MISOFONIA. Questo disturbo è caratterizzato dalla scarsa tolleranza a suoni specifici – molto diffuso è, ad esempio, il fastidio nei confronti dei rumori provocati dalla masticazione – che impediscono al soggetto di vivere serenamente. Oggi, si sa ancora poco circa questo problema che colpisce molte più persone di quante si creda ed il cui termine fu coniato da alcuni neuroscienziati statunitensi.

Sulle cause della misofonia si sa poco, ma pare sia causata da un disordine del sistema nervoso centrale, come conseguenza ad una determinata esperienza negativa connessa ad un suono specifico, forte o debole che sia. Il disturbo si manifesta intorno ai 13-14 anni ed ha un’incidenza a livello familiare, il che fa a pensare ad una componente genetica. I rumori che provocano fastidio – a volte, anche rabbia e dolore – possono provenire da una persona che mangia, che si taglia le unghie, che russa, tossisce o sbadiglia; così come dal semplice parlare o respirare. Per alcune persone, il disturbo può essere influenzato anche da stimoli visivi ed ampliarsi ai movimenti del corpo, anche osservati con la coda dell’occhio.

I soggetti che soffrono di misofonia possono accusare forte ansia ed avere bisogno di allontanarsi dalle persone che emettono i suoni, a causa del loro malessere. Secondo l’Academic Medical Center (AMC) di Amsterdam – unico centro in Europa ad elaborare ed offrire delle cure per il disturbo medico – chi soffre di questa patologia arriva a provare frustrazione e disgusto per determinati suoni innocui. Come altri disordini, la misofonia ha una scala di intensità che va dal livello tenue a grave.

È proprio all’AMC che diversi studiosi stanno cercando una cura efficace per risolvere il problema della misofonia: attualmente, infatti, il trattamento consiste in una terapia di gruppo per la desensibilizzazione verso l’intolleranza al rumore che permetta di disconnettere le emozioni negative dai suoni, riprogrammando di fatto il cervello. Il cammino verso la soluzione del disturbo è ancora lungo, ma questa patologia sta ottenendo il riconoscimento a livello mondiale e questo lascia ben sperare per delle terapie rieducative e risolutive in merito. Ad ogni modo, il primo passo verso la guarigione è quello di avere coscienza del disturbo e cercare di non scappare dai rumori fastidiosi, ma provare ad abituare – per quanto possibile – le orecchie a questi suoni in modo graduale per intraprendere un processo di guarigione psicologica e fisica, un passo alla volta: occorre, infatti, riequilibrare la percezione dei suoni per renderli tollerabili alle orecchie.