La sordità è l’abolizione della percezione dei suoni. Essa è di vario grado e ha caratteristiche speciali a seconda del segmento dell’apparato uditivo leso: da una lieve ipoacusia all’abolizione completa della percezione uditiva sia per via aerea sia per via osteotimpanica (cofosi). L’ipoacusia può colpire l’apparato di trasmissione (affezioni del condotto uditivo esterno e dell’orecchio medio), quello di percezione (labirintiti di varia natura, otosclerosi, ecc.), il nervo acustico e i centri nervosi (tumori, gomme sifilitiche, ecc.).

Ricorderemo infine la sordità verbale in cui l’individuo ode i suoni delle parole ma non ne comprende il significato; la sordità psichica in cui l’individuo è anche capace di ripetere le parole come un pappagallo senza capirne il significato. Si ravvicina alla sordità verbale l’amusia (perdita parziale o completa della facoltà musicale): queste ultime sordità riguardano più precisamente lesioni del sistema nervoso centrale.
Il danno riportato dall’udito può essere lieve, medio, grave o addirittura profondo: un soggetto in questa condizione non percepisce nemmeno suoni e rumori di elevata intensità. Quando la sordità interessa un solo orecchio si parla di “anacusia”, altrimenti di “cofosi”. La sordità parziale è invece nota col nome di ipoacusia, la quale può essere indotta dai danni relativi ai rumori (NIHL) oppure dall’invecchiamento (ARHL, o presbiacusia).

Oltre che per l’entità della riduzione uditiva, l’ipoacusia viene classificata in base alla sede del danno che l’ha prodotta:

Trasmissiva: il danno è avvenuto a livello dell’orecchio esterno o a livello delle strutture trasmissive dell’orecchio medio (catena ossiculare). Il deficit è solitamente pantonale, benché sia solitamente più accentuato per le frequenze medio-gravi. Raramente il deficit di tipo trasmissivo è superiore a 50-60 dB.

Neurosensoriale: il danno è localizzato a livello della coclea (ipoacusia neurosensoriale cocleare) o a livello del nervo acustico (ipoacusia neurosensoriale retrococleare). Il deficit dipende dall’entità del danno e dalla localizzazione mono o bilaterale. Nel caso in cui il nervo acustico non sia eccessivamente danneggiato, parte dell’input uditivo può essere recuperata mediante interventi con impianto cocleare e conseguente riabilitazione.